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Un cielo inquieto durante il temporale

E noi che in questo mondo siamo e vogliamo, esistiamo e pensiamo

noi che amiamo senza amare, e odiamo senza odiare

e raccontiamo senza ricordare e ricordiamo con rabbia, di una rabbia che è rabbia in sé, e non è rabbia di qualcosa

la rabbia di un cielo inquieto durante il temporale

noi che i temporali dell’anima li abbiamo inseguiti perché il sole brucia soltanto e il sereno annoia

ora stiamo a guardare la scatola dei gioielli della nostra vita, la scatola in madreperla

e non sappiamo sceglierne uno, uno che si abbini a un vestito

perché un vestito non ce l’abbiamo, perché non ricordiamo come siamo fatti e cosa abbiamo addosso

e non ricordiamo come siamo

ricordiamo chi volevamo essere e ci specchiamo nella nostra immagine silenziosa

dentro un social network muto, eppure denso di parole nate mute

rileggetevi le timeline ad alta voce, come un canto

come la voce di un mistico che risuona in una valle che non ha nome e che non si può pensare

nessuno è arrivato lì prima di noi, e quelli che arriveranno dopo, uno dopo l’altro

non saranno capaci di ricordarci di ricordare il nostro nome e riconoscere le nostre vite

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