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Gaia parliamo d’amore

Galeotte furono le mail. Roberto Cotroneo e Gaia Bermani Amaral si incontrano a una cena a fine marzo. Vengono da pianeti diversi: giornalista, scrittore (e ora anche poeta) lui; attrice lei (l’abbiamo appena vista nella serie tv con Terence Hill, Un passo dal cielo). Vengono anche da generazioni diverse (51 anni contro 32). Eppure dal carteggio telematico e dai tweet (Roberto abita a Roma, Gaia a Milano) è nato un amore. Ed è nato questo dialogo, in esclusiva per Io donna.

Roberto. Gaia, questo con te è il mio dialogo in pubblico più difficile di tutti.
Gaia. Anche per me, Roberto. Oggi ci vuole molto coraggio per parlare d’amore. Perché è trasgressivo. È facile fare ironia sull’amore.
Facile ma alleggerisce l’argomento.
Be’ allora avvertiamo i lettori che di solito noi quando stiamo assieme non parliamo di filosofia dell’amore, di destino, e quant’altro. Parliamo di cose normali.
Ma quando ci scriviamo sì.
Scrivere rivela le nostre parti interiori. Io mi esploro di continuo. È un flusso che non s’interrompe mai tra quel che si vede fuori e quello che sento dentro.
È un flusso che mi affascina, dove è bello perdersi.
Mi parla, mi ricorda chi sono davvero. Ho passato una vita a nascondermi, anche se ho scelto di fare l’attrice, il lavoro più visibile del mondo. Ma l’ho scelto perché questo lavoro è sentire innanzi tutto. E mi emoziona,mi accende. Per me recitare è essere in quel momento, come un miracolo. E tu lo sai, io credo profondamente ai miracoli.
Perché?
Perché credo nell’impossibile.
Sei un personaggio di un film ancora da scrivere. Nella sceneggiatura della tua vita chi sei?
Sono una cima tempestosa. E tu, da scrittore, mi racconteresti in un romanzo?
Mi manca la distanza, non potrei.
Sì, figurati se ti credo, certo che mi racconteresti. Lo hai fatto dal primo momento.Nelle nostre lettere…
Sì, ma quelli sono frammenti privati di discorsi amorosi. Pensi che il racconto dell’amore sia più vertiginoso dell’amore?
Ci deve essere equilibrio tra l’amore e il racconto dell’amore. Perché l’amore deve essere sempre presente a se stesso. E il racconto dell’amore non lo deve mai esaltare più di ciò che è. Come un dondolo in bilico tra due poli: un sali e scendi che ha una sua saggezza.
La tua generazione è entrata nell’amore dalla porta del disincanto. Oggi è in crisi la durata dell’amore. Alla durata è stata sostituita l’intensità. Pensi che sia vero?
Dell’intensità non me ne faccio nulla, se poi resta solo un’illusione da poco. L’amore vero è quello che dura. Per capire davvero l’amore si ha bisogno del tempo. Il tempo che te lo fa sentire indispensabile, irrinunciabile, irripetibile. E rinnova ogni giorno quel desiderio di condivisione, di passione, di verità.
Amore e verità sono in conflitto?
Mai. L’amore è una corrente di verità che ti scorre nelle vene. A volte ti intossica e ti purifica, altre tirisveglia o ti droga. E tu, che vieni da una generazione di illusioni, ti senti disilluso? Forse oggi non più…
No, oggi non più. Dalla disillusione ho costruito una nuova capacità di vivere i sentimenti. Oggi so riconoscere l’amore quando è l’amore.
Si capisce anche dalle cose che mi scrivi: “Il tempo quando non è ancora il tempo. L’amore prima che sia amore. Il destino quando inventa il tempo e scrive l’amore”. Ma l’amore e il destino sono inseparabili. Non esiste destino prima dell’amore e amore prima del destino. Sono un filo intrecciato alle nostre vite. A noi rimane la scelta se e come viverli.
Ti ricordi quanti libri avevi quest’estate quando siamo partiti per il Salento? Molti più di me.
Ovvio tu d’estate scrivi, mica leggi. Un uomo della Fallaci, Pedro Salinas, poi René Daumal, Italo Calvino e..John Donne. Regalami un po’ di te attraverso un film che hai visto.
Un cuore in inverno. È un film che ti dice che non si può fuggire dall’amore. Perché non c’è una vita vera senza la passione. E il tuo?
Belle de Jour di Buñuel. Per il suo segreto. Perché lei ha un’identità sotterranea e un erotismo sofisticato. È una donna complessa, mai complicata, una differenza essenziale che gli uomini non capiscono mai.
Sto imparando a capire la tua identità sotterranea.
Il mio vissuto, quello più intimo? Il mio rapporto con il passato, i miei desideri, il mio ritmo, oggi sono diventati il mio carattere. Tutti siamo quello che non possiamo non essere. Se sai da dove vieni,saisempre dove devi andare.
Nel tuo mondo segreto c’è il tuo talento, la tua intensità.Nella tua parte razionale il tuo sguardo verso il futuro…
Guardare al futuro ti fa sognare ma ti pone davanti anche ai tuoi limiti e a quelli di un’intera generazione.Vorrei saper mettere assieme quello che sono stata e quello che sarò, le emozioni vissute con il divenire della vita.
Dimmi una tua musica.
Preciso me encontrar di Marisa Monte. Il testo è da brivido. Parla di una donna che ha bisogno di essere lasciata libera di andare, di cercarsi, per potersi ritrovare, e ritornare. E la tua?
Se penso a te, penso a Suzanne di Leonard Cohen: «E tu vuoi viaggiarle insieme, vuoi viaggiarle insieme ciecamente, perché ti ha toccato il corpo, il tuo corpo perfetto con la mente».
Questa canzone mi incanta. Ma dovresti saperlo che io provengo dalla generazione del “disincanto”, mentre tu… (scherzando) non è nella disillusione che hai trovato il sentimento più vero?
Era dalla disillusione che dovevo ripartire. Solo pensando che l’amore è un cammino capisci cosa sono i sentimenti veri. E anche tu dietro la tua curva del disincanto hai trovato quegli stessi sentimenti.
Anche se io non ho mai smesso di vivere di illusioni. Quelle buone, che ti fanno volare.
Lo raccontiamo che stiamo scrivendo assieme una favola per bambini? Tra noi c’è una bella sintonia di scrittura.
Sì, e il ricavato andrà in beneficenza. È bellissimo scrivere insieme a te, tu sei un uomo capace di farmi sognare.
In che modo le parole trasformano i sentimenti?
E me lo chiedi proprio tu? Dopo tutto quello che ci siamo scritti? La nostra volontà visionaria è qualcosa di talmente potente che s’impara a riconoscerne la forza solo crescendo.Può succedere che il corpo venga posseduto come fosse una febbre incontenibile. Ma l’istinto è solo un preludio di consapevolezza, un’intuizione della carne prima che diventi pensiero.
Non è che stai diventando più letteraria di me?
Impossibile. Più di te non si può. La letteratura è sicuramente un modo di pensare la vita, ed è molto eccitante riuscire a vivere in modo letterario. Noi siamo arrivati a dare corpo a tutte le nostre parole.
Qual è la cosa più bella che ti ho detto?
«Gaia, tu hai tutto dentro». E quella che ti ho detto io?
«Non credevo che al mondo esistessero uomini come te». Tranquilla però, si può sempre migliorare.(Io Donna, 28.11.2012)

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